|
Obelisco dell’orologio di Augusto 10 a.C. Roma.
La storia di questo antico orologio è molto interessante. L'obelisco è un monolite di granito rosso,
alto quasi 22 metri e ricoperto di geroglifici su tutti e quattro i lati, dell'epoca del faraone Psammetico II
(594-589 a.C.). Fu portato a Roma dall'Imperatore Augusto nel 10 a.C. e fu utilizzato come gnomone per un
gigantesco orologio solare delle dimensioni di 160 X 75 metri.
Questo orologio solare si trovava nella zona settentrionale del Campo Marzio, che all'epoca di Augusto
era completamente disabitata: c'era solo la via flaminia (oggi via del Corso), fiancheggiata da tombe
monumentali, tra le quali una piramide.
L’orologio solare occupava lo spazio compreso tra le odierne Piazza del Parlamento, Piazza
San Lorenzo in Lucina, via del Giardino Theodoli e vicolo della Torretta. Si trattava di una grande
piazza, costituita da un ampio prato e da lastre di travertino, sulle quali erano
segnati in bronzo le ore, le stagioni, i segni zodiacali e gli anni. L’obelisco era collocato al centro
e aveva la funzione di gnomone, perché proiettava la sua ombra sulla meridiana segnata a terra: serviva
da orologio e da calendario.
Non solo: era orientato in modo da far cadere la sua ombra sull' Ara Pacis il 23 settembre di ciascun
anno, giorno di nascita dell’imperatore e inizio dell’equinozio di Autunno.
L'orologio ha smesso di funzionare pochi decenni dopo la sua realizzazione, perché la piazza veniva
continuamente coperta dai detriti portati dalle inondazioni del Tevere. L'orologio è finito così sotto
terra, dov'è ancora; solo qualche resto del quadrante è stato scoperto otto metri al di sotto della
chiesa di San Lorenzo in Lucina e sotto alcuni palazzi della zona.
L'obelisco è rimasto in piedi forse fino all'XI secolo; poi è crollato, si è spezzato in cinque pezzi
ed è stato coperto da detriti. È stato riscoperto nel 1502 e papa Sisto V aveva cercato, inutilmente,
di rimetterlo in piedi. C'è riuscito Pio VI, nel 1794, che lo ha fatto collocare in Piazza Montecitorio,
dov'è ancora oggi.
|